martedì 24 febbraio 2009



Monica Pietropoli è la nuova Coordinatrice Provinciale della Consulta Donne dell’ITALIA dei VALORI.

Sabato scorso, 21 febbraio 2009, si è tenuto il Congresso Provinciale milanese della Consulta Donne del Partito di Antonio Di Pietro.
La novatese Monica Pietropoli, già candidata alla Camera dei Deputati in occasione delle ultime Elezioni Politiche del 2008, è stata eletta, all’unanimità, Coordinatrice Provinciale della Consulta Donne; la sua mozione ha ottenuto, infatti, il consenso unanime della rappresentanza femminile della Provincia di Milano riunita in assemblea.
Monica Pietropoli entra così a far parte, a pieno titolo, del Coordinamento Provinciale milanese dell’ITALIA dei VALORI: la squadra guidata dal Segretario Provinciale, l’Assessore alla Provincia di Milano Vito Giannuzzi.

ITALIA DEI VALORI

Provincia di Milano - 21 Febbraio 2009

Mozione a sostegno dell’elezione
della Coordinatrice Provinciale Consulta Donne


Sono Monica Pietropoli, nata a Milano 39 anni orsono e da diverso tempo, oramai, svolgo a tempio pieno, come molte di voi, una funzione multiruolo: quella di madre, moglie, libera professionista e persona impegnata nel sociale ed in politica; faccio parte del Gruppo Milano Nord, giacché vivo e risiedo da oltre 20 anni a Novate Milanese, cittadina ubicata a nord del capoluogo, appunto, nella prima cerchia, quella direttamente confinante con la metropoli.

Mi candido al ruolo di coordinatrice donne per la Provincia di Milano:

· mossa da autentica passione per le sfide difficili, quelle che non si possono non raccogliere;
· convinta del fatto che ci sono battaglie che si debbono combattere, io mi sono sempre battuta, sin da giovanissima, per infrangere il “tetto di vetro” che ci relega a ruoli di secondo piano, se non addirittura di contorno, indipendentemente dal nostro reale valore e dal nostro potenziale di offerta di una capacità contributiva, al bene delle più diverse cause, di assoluto livello;

eppure ancor oggi, a distanza di molti anni, vedo sempre troppo spesso, sia in ambito professionale e sia politico, una partecipazione femminile esigua, seppur qualitativamente elevata.
Mi candido perché:

· vorrei contribuire a rimuovere, almeno in parte, fosse anche solo in piccola parte, quegli ostacoli che frenano la nostra partecipazione attiva alla vita politica e non solo a quella;
· la questione femminile non può più essere posta e recepita, semplicisticamente, come pura rivendicazione di pari opportunità dal punto di vista “quantitativo”, cioè numerico, ma deve trasformarsi nell’ottenimento di una reale parità di trattamento a livello “qualitativo”;
· nel nostro modo di essere, di pensare e agire c’è un diverso metodo di approccio ai problemi più diversi, una differente sensibilità nel percepirne l’essenza e la portata, un pragmatismo tutto e solo nostro nell’affrontarli e risolverli;
· noi abbiamo un altro punto di vista, una differente visuale, da un angolo diverso ed allora senza la visione delle donne non c’è visione globale;
· credo che il coordinamento donne provinciale possa e debba assolvere alla funzione centrale di stimolo, di raccolta e diffusione di idee, proposte ed iniziative, coinvolgendo e valorizzando quante più persone possibili;
· sono anche fermamente convinta che non ci possiamo e non ci dobbiamo limitare ad occuparci di sole questioni “al femminile”.
L’incidenza della nostra presenza è maggiore nelle istituzioni politiche degli enti locali, poiché il più ristretto ambito territoriale della politica locale ci garantisce una maggiore sostenibilità di quei molteplici ruoli che quotidianamente siamo chiamate ad interpretare, allora dobbiamo creare le condizioni perché migliori la nostra efficacia ed aumenti la nostra efficienza nei luoghi istituzionali a noi più vicini, perché è lì, in quell’ambito più ristretto che possiamo e dobbiamo assurgere al ruolo di protagoniste attive in un processo di miglioramento della qualità del vivere nostro e di chi ci sta intorno.
Fondamentale potrà essere, perciò, il promuovere frequenti occasioni di confronto a livello locale, tra il coordinamento provinciale e le figure femminili presenti nelle diverse zone ed anche nei singoli comuni, sia per avere una miglior percezione delle diverse situazioni e sia per mettere “in rete” dunque a disposizione di tutte, idee, proposte ed iniziative, in un percorso comune che sia anche di formazione e crescita politica attraverso incontri tematici specifici in tal senso.
Non ultima in fattore di importanza dovrà essere la strutturazione dei rapporti tra la Consulta Donne e gli altri dipartimenti, che per avere efficacia dovranno necessariamente svolgersi in un clima di collaborazione, e non di scontro, in quanto non ritengo che le donne siano una componente particolare del partito in antagonismo alle altre, bensì un gruppo di “persone” che vuole proporre iniziative da condividere.
La fiducia nelle nostre capacità, supportata da una buona dose di conoscenze e sostenuta dalle competenze individuali di ognuna messe a disposizione di tutte noi, saranno la solida base su cui costruire il nostro modo di operare con successo.

lunedì 23 febbraio 2009

Articolo pubblicato su "informazioni municipali" del Febbraio 2009

“Vivere” Novate? Sì, sicuramente.

Una volta ci si trovava, ci s’incontrava, per le strade e nelle piazze dei paesi e delle piccole città, “si andava in centro” per ritrovarsi, per stare insieme, … si socializzava; anche a Novate. Oggi, per lo più, ci si “isola” all’interno di uno dei numerosi centri commerciali.

Che fine stanno facendo o hanno fatto, anche socialmente parlando, i negozi di vicinato? … e sì che il ruolo del “negoziante di fiducia” è stato importante per anni: conosceva le persone, le famiglie, i loro bambini, gli anziani e si preoccupava se per qualche giorno di seguito non vedeva una persona anziana che viveva sola; oggi, talvolta, gli anziani stanno male, a volte anche muoiono, soli, in casa … e nessuno se ne accorge. Il “negoziante amico” svolgeva, infatti, anche un’attività di vigilanza informata, di segnalazione di fatti meritori di attenzione, costituiva un fattore di presidio del territorio, con la sua presenza.

Anche a Novate sempre più negozi hanno chiuso, sono stati costretti a chiudere, e sempre meno imprenditori del commercio hanno aperto nuove attività in città; al loro posto? … sempre sportelli bancari, agenzie immobiliari e … spazi commerciali vuoti. Che tristezza!

Dov’è finita l’idea di una “città centro commerciale all’aperto”? Non è dato sapere; è svanita nel nulla. Peccato, poteva essere qualcosa d’importante; ed allora ritiriamola fuori.

Certo per attrarre l’attenzione dei nostri concittadini e far modificare loro, almeno parzialmente, le ormai radicate nuove abitudini, bisognerebbe offrire, e con una certa frequenza e continuità, eventi di richiamo (che non siano, magari, le solite cose già viste, riviste e ripetutamente proposte senza fantasia … ed evitando di organizzare, in futuro, la “sagra paesana” nella “Giornata della Memoria” dell’Olocausto, come avvenuto il 27 gennaio del 2008; censurabile!) di vario genere e momenti di aggregazione che rivitalizzino le strade e le piazze della nostra cittadina, tutte, non solo quelle del centro storico. Non è un’impresa facile, sicuramente, ma nemmeno impossibile; è una questione di volontà: l’acqua calda esiste già, mica bisogna inventarla! Anche in questo caso, infatti, basta avere l’intelligenza e la lungimiranza di andare a vedere ciò che è stato realizzato, con successo, altrove ed avere l’umiltà d’imparare da altri, coloro che già hanno fatto e bene! … e poi selezionare e “personalizzare” le possibili iniziative a misura del proprio contesto urbano; per una Novate che sia, così, più “viva, vivibile, vissuta … e sicura”.