martedì 30 marzo 2010

Elezioni Regionali 2010

Grazie !

… ai 751 elettori novatesi, il 7,90%,
che hanno votato la nostra lista provinciale
alle Elezioni Regionali.

Grazie !

… soprattutto ai 47 novatesi
che hanno dato la loro preferenza
al nostro candidato capolista
al Consiglio Regionale

STEFANO ZAMPONI

Consigliere Regionale uscente
che è stato così rieletto
in Consiglio Regionale.

Grazie!

mercoledì 24 marzo 2010

Accadde oggi: 24 marzo 1944.

Niente resterà impunito.
Ci sono storie che sembrano inventate. Come questa. Il 24 marzo 1944, il giorno dopo l’attacco contro l’11a compagnia del III battaglione dell’SS Polizei Regiment Bozen in via Rasella a Roma, dove restano uccisi 31 militari tedeschi e 2 civili (altri 10 soldati moriranno nei giorni successivi), per ordine di Adolf Hitler viene decisa una rappresaglia di 10 italiani per ogni tedesco ucciso.
Ci sono storie che sembrano incubi. Come questa storia di belve con sembianza umana, che parlano tedesco e dicono: “Punizioni esemplari”. La Convenzione di Ginevra del 1929 fa esplicito divieto per gli atti di rappresaglia nei confronti dei prigionieri di guerra. Ma al comando tedesco non importa. Ci si aggrappa ai codici di diritto bellico nazionali che consentirebbero la rappresaglia. Ma si violano anche quelli: non si aspettano le 24 ore di rito perché i responsabili si consegnino, non si indaga su eventuali responsabilità, non si risparmiano civili innocenti, non si fanno avvisi alla popolazione. Ci vuole una punizione esemplare, una rappresaglia.
Ci sono incubi che sono storia. Una punizione esemplare, una parola che mette i brividi, una regressione per la bestia umana che anima il nazismo già agonizzante. Hitler vorrebbe far saltare in aria un intero quartiere di Roma con tutti quelli che lo abitano, e per ogni poliziotto tedesco ucciso vorrebbe far fucilare da 30 a 40 italiani. Himmler dà ordine di cominciare ad organizzare la deportazione di tutta la popolazione maschile dei quartieri più pericolosi, famiglie comprese rastrellando le persone dai 18 ai 45 anni e solo motivi logisitici. Alla fine la decisione: 10 italiani per ogni soldato. Se sono partigiani prigionieri bene, sennò pazienza. Ebrei, comunisti, detenuti comuni, gente rastrellata per caso, testimoni scomodi. L’importante è che la belva umana sia sazia.
Ci sono incubi che durano da 66 anni. Herbert Kappler, ufficiale delle SS e comandante della polizia tedesca a Roma, già responsabile del rastrellamento del
Ghetto di Roma e delle torture contro i partigiani nel carcere di via Tasso, comanda le operazioni, coadiuvato dal capitano Priebke. Un plotone di soldati tedeschi blocca l’accesso alla cava di arenaria, 4 camion portano 335 persone all’incrocio di via Fosse Ardeatine e via delle sette chiese. Arrivano 5 auto piene di SS armati di tutto punto. Scendono lentamente, molti di loro sono stati torturati. Le SS li spingono dentro la cava, cominciano le esecuzioni. I soldati lanciano bombe a mano nella cava, e si infierisce senza pietà anche sui corpi senza vita. Poi due serie di mine servono a nascondere o almeno a rendere più difficoltosa la scoperta di quest’eccidio. Anche le belva provano vergogna.
Ci sono storie che fanno orrore. Finita l’esecuzione, i tedeschi affiggono pure nelle vie di Roma un manifesto in cui il comando tedesco promette che se vengono consegnati gli attentatori non ci sarà nessuna rappresaglia. Per coprire le loro colpe. Ma anche la terra ha orrore, si ribella: i corpi senza vita emanano un odore così forte che i tedeschi sono costretti a tornare, il 25 marzo, per far saltare ancora la cava. E la voce si sparge sulle strade di Roma. In molti sanno cosa c’è lì sotto, alle Fosse Ardeatine. In molti fingeranno di non saperlo.
Ci sono storie che sembrano un sogno, un incubo, un orrore che non riesce a spegnersi dopo 66 anni. Ma è storia, sono accadute, proprio qui davanti ai noi. Ci sono 335 persone innocenti massacrate per vendetta, in mezzo all’assurda guerra dove milioni di uomini finirono in un camino solo perché ebrei. Storie di cui si è persa la memoria, che si preferisce non raccontare, perché ormai è passato. Storie di un passato che bisogna lasciarsi alle spalle.
E’ vero che tanto tempo è passato. E’ vero che altri incubi disumani compiuti da tanti compongono quest’assurda storia dell’uomo che si fa belva, parlando tedesco, italiano, russo, turco, inglese, serbo, arabo, israeliano e chissà quale altra lingua di questo mondo. Sarà. Ma anche per questo io resto qui, davanti a questa strada, e mi sembra di vederli tutti lì, i
martiri delle Fosse Ardeatine. Antonio, Umberto, Aldo, Ilario, Cesare, Ugo, Giacomo, Enrico, Carlo e tanti altri. Muti davanti a noi. Il vento continua a soffiare su questa storia.
24 marzo 1944 – 24 marzo 2010. Per non dimenticare (Carlo Cipiciani)

Oggi, mercoledì 24 marzo ...

saremo in Piazzetta Sandro Pertini,
nel pomeriggio dalle 15:00 alle 19:00,
con la nostra propaganda elettorale
per le Elezioni Regionali
del 28 e 29 marzo prossimi.

martedì 23 marzo 2010

Il Consiglio Comunale
della nostra città
é convocato,
in seduta straordinaria,
oggi, martedì 23 febbraio,
alle ore 21:00
presso la Sala Consiliare
del palazzo municipale.

lunedì 22 marzo 2010

giovedì 18 marzo 2010

Sabato 20 e domenica 21 marzo ...


saremo nelle vie della nostra città con il nostro banchetto di propaganda elettorale per le Elezioni Regionali del 28 e 29 marzo prossimi.

Sabato 6 il banchetto sarà presente:

  • in Via Baranzate angolo Via Vialba, la mattina dalle 9:30 alle 12:30;
  • in Piazza della Chiesa, il pomeriggio dalle 14:30 alle 19:00.

Domenica 7, la mattina dalle ore 9:30 alle 12:30,
in Via Repubblica angolo Via Garibaldi.

mercoledì 17 marzo 2010

Incontro con Antonio Di Pietro.

Cari amici,
sabato 20 marzo alle ore 21.00, presso la "Sala dei Paesaggi" di Villa Ghirlanda, in via Frova 10, a Cinisello Balsamo, Antonio Di Pietro incontrerà i cittadini di Cinisello Balsamo.
Il Presidente Antonio Di Pietro sarà presente a sostegno del candidato capolista al Consiglio regionale Stefano Zamponi.

Attenti a quei 2 - Sabato 20 marzo ore 17:30 a Milano


Care Amiche e Cari Amici,
sabato 20 marzo, alle ore 17.30, presso il Centro Congressi Confcommercio, in via Corso Venezia 47, a Milano, Luigi de Magistris ed io prenderemo parte all’iniziativa “Attenti a quei due”. Insieme a noi, per coordinare il dibattito, ci sarà anche Gianni Barbacetto.
Un’occasione per discutere di quanto sta avvenendo nel nostro Paese, dove lo svuotamento della democrazia e del diritto da parte del Governo è ormai una prassi consolidata.
Un Paese dove la Costituzione è ridotta a lettera morta dalle leggi ad personam varate per garantire l’immunità del premier, mentre la magistratura è sotto attacco, continuato e progressivamente sempre più pesante, da parte della maggioranza che ci governa e che vorrebbe porsi al di sopra della legge e della giustizia.
Una nazione dove la difficile condizione economica vissuta dagli italiani è divenuta, per l’esecutivo, argomento di secondaria importanza rispetto al coinvolgimento giudiziario del presidente del Consiglio, che catalizzata la vita politica del Paese oltre che l’attività parlamentare finalizzata a renderlo immune dalla legge attraverso provvedimenti ad hoc.
In occasione dell’iniziativa “Attenti a quei due”, saremo naturalmente disponibili a rispondere alle domande che i presenti vorranno porci, ma anche a quelle che saranno avanzate sulla pagina Facebook dedicata all’evento.
Al termine del dibattito verrà trasmesso il monologo di Beatrice Luzzi, “Poliziotta per Amore”.
Vi aspetto e mi auguro di vedervi sabato a Milano.

Antonio Di Pietro

martedì 16 marzo 2010

Accadde oggi: 16 marzo 1978.


Sono trascorsi trentadue anni dalla strage di via Fani a Roma. Aldo Moro fu rapito dalle Brigate Rosse e la sua scorta sterminata. In quella carneficina cinque uomini furono uccisi: tre agenti di polizia e due carabinieri. Erano gli uomini della scorta di Aldo Moro. Erano uomini dello Stato. Ed erano innocenti. Noi non dimentichiamo, noi non li dimentichiamo!

venerdì 12 marzo 2010

Sabato 13 e domenica 14 marzo ...

... saremo nelle vie della nostra città con il nostro banchetto di propaganda elettorale per le Elezioni Regionali del 28 e 29 marzo prossimi.

Sabato 13 saremo presenti:

  • all'area Mercato, la mattina, dalle 9:30 alle 12:30;
  • in piazza della Chiesa, il pomeriggio, dalle 14:30 alle 19:00.
Domenica 14, la mattina, dalle ore 9:30 alle 12:30, presso la Villa Venino.

mercoledì 10 marzo 2010

Da "il Fatto Quotidiano"

7 marzo 2010

Care pirla e cari pirla che avete consumato diottrie a studiarvi le norme elettorali fino all’ultimo codicillo in corpo 2, avete consumato scarpe andando in giro a raccogliere firme regolari, vi siete congelati stazionando per ore ai banchetti per convincere i passanti a sottoscrivere le liste, avete rinunciato al tempo libero per inseguire gli autenticatori in capo al mondo e vi siete svegliati alle tre del mattino per presentarvi per tempo agli uffici elettorali, questo discorso a reti unificate è dedicato a voi imbecilli ancora convinti di vivere in uno Stato di diritto, in una democrazia fondata su elezioni regolari, cioè conformi alle leggi vigenti. Spiacente di informarvi, casomai non ve ne foste ancora accorti, che viviamo in un regime fondato sulla legge del più ricco e del più forte, di chi grida e minaccia di più. Una legge che varia a seconda delle esigenze del più prepotente. Se, puta caso, costui viola la legge, non ha sbagliato lui: è sbagliata la legge, che viene cambiata su due piedi. Se poi, puta caso, la Costituzione non lo consente, non è sbagliata la nuova legge: è sbagliata la Costituzione. Che si può cambiare come un calzino sporco. Se penso che da cinquant’anni mi chiamano “il figlio del re” per la mia somiglianza con Umberto II, mi scompiscio. Hanno sbagliato re: io sono l’erede di Vittorio Emanuele III, quello che nel 1922 non mosse un dito contro la marcia su Roma e nel 1943 se ne fuggì a Brindisi. Sempre di notte. Infatti quando ho firmato il decreto salva-Banana? Di notte. Del resto chi sono io per respingere una legge con messaggio motivato alle Camere come previsto dall’articolo 74 della Costituzione? Mica sono il garante della Costituzione. L’ho già detto per lo scudo fiscale: se non firmo, quelli mi rimandano indietro la stessa legge e poi devo firmarla comunque. Tanto vale farlo subito. A chi mi prospetta le dimissioni, rispondo che non conosco questa parola: sono in Parlamento dal 1953, figuriamoci. E in vita mia ho fatto ben di peggio che firmare leggi illegali: ho plaudito all’invasione sovietica dell’Ungheria, ho attaccato Berlinguer che evocava la questione morale, ero amico di Craxi, ho scritto pure alla vedova che il marito corrotto era un perseguitato. Conosco l’obiezione: non c’è elezione senza qualche lista esclusa per ritardi o irregolarità. In Molise nel 2000 aveva vinto la sinistra con Giovanni Di Stasi, poi la destra di Michele Iorio fece ricorso contro alcune liste irregolari, Tar e Consiglio di Stato lo accolsero, si rifecero le elezioni e vinse Iorio che ancora governa. E il governo D’Alema non ci pensò neppure di fare un decreto per legalizzare le illegalità: peggio per lui, poi dicono che è intelligente. Del resto al Quirinale c’era ancora Ciampi, mica io. Due anni fa invece c’ero già io, quando alle Provinciali in Trentino venne esclusa, dopo i ricorsi di Lega e Pdl, la lista Udc alleata della sinistra. Nemmeno allora l’Unione pensò di salvare l’alleato con un decreto interpretativo: peggio per loro, pirla. Ecco, care pirla e cari pirla: la prossima volta, anziché prendere sul serio la legge e rischiare l’assideramento per raccogliere le firme e presentarle in tempo utile, fate come me: statevene a casetta vostra davanti al caminetto, con la vestaglia di lana e le babbucce di velluto. Poi fate come i bananieri: all’ultima ora dell’ultimo giorno vi presentate in Corte d’Appello con le firme tarocche di Romolo Augustolo, George Clooney, Giovanni Rana e soprattutto Gambadilegno, magari vi fate pure un panino e una pennica per non arrivare proprio in orario, poi minacciate la marcia su Roma, portate in piazza una dozzina di esaltati, mi urlate “buh” sotto le finestre del Quirinale, mi fate sparare dai vostri giornali e io vi firmo la qualsiasi. Anche la lista della spesa, il menu del ristorante, la ricevuta del parrucchiere, lo scontrino dell’intimissimo. Tanto Santoro l’hanno chiuso e per un mese non rompe con le sue notizie: fa tutto Minzolini, che sta dalla parte del Banana, cioè dalla mia. Statemi allegri. Il vostro Presidente della Repubblica. Vostro, si fa per dire. (Marco Travaglio)

martedì 9 marzo 2010

La Repubblica Italiana presenta ...

una produzione "Palazzo del Quirinale":
il Presidente Giorgio Napolitano ne

"L'uomo che firmava troppo!"

"Fratelli d'Italia, l'Italia s'é desta ..."

Presidente Napolitano ...






domenica 7 marzo 2010

8 marzo


“Nel nostro modo di essere,
di pensare e agire
c’è un diverso metodo di approccio
ai problemi più diversi,
una differente sensibilità
nel percepirne l’essenza
e la portata,
un pragmatismo tutto e solo nostro
nell’affrontarli e risolverli.
Noi abbiamo un altro punto di vista,
una differente visuale,
da un angolo diverso
ed allora
senza la visione delle donne
non c’è visione globale!”


(Monica Pietropoli)

Infrangere il “tetto di vetro” che ci relega a ruoli di secondo piano, se non addirittura di contorno, indipendentemente dal nostro reale valore e dal nostro potenziale … si può!
Facciamolo insieme!

mercoledì 3 marzo 2010

Noi la pensiamo così:

... senza se e senza ma!

sabato 6 e domenica 7 marzo

saremo nelle vie della nostra città con il nostro banchetto di propaganda elettorale per le Elezioni Regionali del 28 e 29 marzo prossimi.

Sabato 6 il banchetto sarà presente:

  • in Via Baranzate angolo Via I° maggio, la mattina dalle 9:30 alle 12:30;
  • in Via Brodolini, presso la coop, il pomeriggio dalle 14:30 alle 19:00.
Domenica 7, la mattina dalle ore 9:30 alle 12:30, invece:
  • in Via Repubblica angolo Via Garibaldi.

lunedì 1 marzo 2010

Oggi, 1° marzo 2010 ...

... immigrati in sciopero:
per i diritti e contro il razzismo!
Far capire all'opinione pubblica italiana quanto sia determinante l'apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della società. E dire basta a razzismo e xenofobia. Con questi obiettivi di fondo, il movimento 'Primo Marzo 2010, una giornata senza di noi', nato dalla società civile, e su Facebook, appena due mesi fa, ha promosso per oggi, 1° marzo, il primo sciopero nazionale dei migranti in Italia. Il movimento, come spiegano gli organizzatori, "nasce meticcio ed è orgoglioso di riunire al proprio interno italiani, stranieri, seconde generazioni, e chiunque condivida il rifiuto del razzismo e delle discriminazioni verso i più deboli". "Si collega e si ispira - aggiungono - a 'La journée sans immigrés: 24h sans nous', il movimento che in Francia sta organizzando uno sciopero degli immigrati per il 1° marzo 2010". (Adnkronos)